Lettera aperta ai candidati alla Presidenza della Regione e ai candidati
dell’AERCA e di Falconara al Consiglio Regionale delle Marche
Le elezioni, per noi semplici cittadini riuniti in assemblea permanente, non sono il nostro luogo privilegiato. Né ambiamo che lo sia. Non può esserlo per quanti in questi due anni di attività si sono spesi in modo disinteressato, trasparente e trasversale in manifestazioni, dibattiti, informazione dal basso, partecipazione diffusa. Non possiamo però affermare che non ci interessi, non ci riguardi. Perchè alla fine, dopo tutto, saranno quanti verranno eletti ad avere l’onere delle responsabilità, a porre la propria firma su quanto deciso e votato. In questi due anni di movimento pensiamo di aver contribuito alla discussione, alimentato il tessuto democratico del territorio, arricchito noi stessi come persone e cittadini attivi. Con molti personaggi del mondo della politica, locale e regionale, di opposizione e di maggioranza (che comunque riteniamo egualmente responsabili e partecipi del governo del territorio…), ci siamo incontrati e scontrati. Oggi siete voi candidati però a sottoporvi al giudizio e alla prova del consenso. Domani, torneremo ad incontrarci e a scontrarci. Ci sembra perciò giusto e necessario fare presente a tutti i candidati a queste elezioni regionali, soprattutto ma non solo a quelli falconaresi, le tematiche che in questi hanno abbiamo sollevato e posto all’attenzione pubblica.
Non si tratta di una richiesta di adesione, non ci interessa strappare fugaci promesse elettorali, solitamente quanto repentinamente disattese, non siamo un partito politico, siamo altro, ed in altro modo intendiamo rapportarci alla politica. Ogni candidato, in sua coscienza, può trattare questa lettera aperta come crede: può leggerla, non leggerla, tenerla in considerazione o meno, rispondere prima del voto, oppure dopo. Con le parole, con i fatti, con entrambi. Tutti sappiano però che nel momento successivo alla chiusura delle urne, una volta espletati tutti i riti formali del caso , allora sarà la realtà a tornare con prepotenza, e con essa i suoi problemi, e speriamo anche alcune soluzioni, e di conseguenza, noi e il nostro agire.
Arrivederci.
Assemblea Permanente NoCentraliAPI www.nocentraliapi.noblogs.org
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I PUNTI DELLA LETTERA APERTA:
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Chiaro e inequivocabile diniego da parte della Regione Marche alle nuove mega centrali API, che si sommano a quella esistente e alla raffineria, come ad ospitare nel proprio territorio regionale altre simili, obsolete e inquinanti installazioni di produzione energetica, da San Severino a Corinaldo. Rifiuto di nuove Valutazioni Impatto Ambientali e diniego in sede di Conferenza di Intesa Stato/Regioni per i procedimenti pendenti.
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Tutela della salute pubblica: le rilevazioni della Rete di monitoraggio qualità dell’aria della Provincia di Ancona attestano come nei soli primi due mesi del 2010 la Città di Falconara abbia già superato i 35 limiti di sforamento della concentrazione di pm10 e pm2,5 nell’aria consentiti per l’intero anno. Ma la situazione, sempre leggendo i dati, è tutt’altro che circostanziale, bensì generalizzata: il problema coinvolge tutti da Ancona a Senigallia, da Chiaravalle a Jesi. Il recente studio di Legambiente Mal’aria di città 2010 ci informa che Ancona è la terza Città più inquinata d’Italia, su 88 monitorate, seconda solo a Napoli e Torino. La prima parte dello studio epidemiologico presso le popolazioni di Falconara e comuni limitrofi, commissionato dalla Regione Marche all’Istituto nazionale tumori di Milano, presentata nel gennaio del 2009, attende ancora i nuovi finanziamenti per poter essere concluso. Lo stesso comitato regionale di partecipazione attiva, previsto dallo studio epidemiologico stesso (Decreto n° 10/DP4 del 16 Marzo 2005 del Direttore del Dip. Territorio e Ambiente della Regione Marche) è stato scarsamente valorizzato. Giacciono agli atti della regione Marche, senza risposta, due audizioni molto importanti alle seguenti commissioni: 03/12/09 Commissione consiliare V Sanità; 13/01/10 Commissione consiliare IV Ambiente e Territorio. La nostra Regione di fatto è ancora manchevole di un registro tumori regionale, mentre la costituzione del paventato Osservatorio Epidemiologico Ambientale è al momento pressocchè rimasto solo sulla carta, fermo all’interno delle strutture sanitarie alle dipendenze dell’Assessorato regionale alla Sanità. Si richiede la massima attenzione al tema della salute e al rapido finanziamento degli studi e delle strutture di monitoraggio, di informazione e prevenzione.
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Applicazione del PEAR vigente, per quanto riguarda il risparmio energetico, l’applicazione delle energie rinnovabili e la microgenerazione diffusa. Stimolare Terna SPA ad una politica orientata alla modernizzazione della rete, riduzione delle dispersioni, filiere corte energetiche, rapporti virtuosi con la microgenerazione sul territorio. Sostegno e incentivi allo sviluppo delle energie rinnovabili, in linea con l’ormai ampia e vigente legislazione europea, da parte di privati, enti locali e imprese, quale volano di produzione di energie pulita e nuovi posti di lavoro. Oltre alla diffusione di fotovoltaico ed eolico, riteniamo che ogni altra forma di energia alternativa ai combustibili fossili, vada considerata, purchè limitata alla microgenerazione ed in rapporto ad una filiera corta locale concertata con le associazioni di categoria e con i cittadini.
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Pieno rispetto del Protocollo di Intesa siglato dalla Regione Marche con API Raffineria nel giugno 2003 riguardo alla bonifica del sito di interesse nazionale, al rispetto del Piano regionale di assetto idrogeologico, all’abbattimento dell’inquinamento dell’aria, del suolo e acustico, alla presentazione, e discussione con gli enti pubblici, ogni cinque anni di un piano di sviluppo industriale strategico, economicamente compatibile, che salvaguardi l’occupazione, e che punti alla riconversione in polo energetico ambientalmente avanzato.
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Decisa applicazione del Piano di Risanamento dell’AERCA del 2005, a dieci anni dalla dichiarazione per legge, di questa area vasta di 85 kmq e con oltre 200 mila abitanti, a rischio di crisi ambientale. Oltre alle attività di monitoraggio e controllo dei livelli di inquinamento industriali dovuti alla viabilità, va dichiarata una decisa moratoria all’installazione di altri impianti a combustibili fossili ed una riconversione degli esistenti, una politica urbanistica ed edilizia, pubblica e privata, residenziale e non, che guardi ai nuovi mercati della bioedilizia e bioarchitettura, ed una viabilità ridisegnata secondo gli esempi già altrove applicati della mobilità sostenibile.
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Oggi è possibile coadiuvare una rigorosa politica ambientale e di tutela del territorio con quella di sviluppo economico nello strategico settore energetico, con positive ed evidenti ricadute sulla produzione di ricchezza diffusa e creazione di nuovi posti do lavoro: gli impegni che vincolano l’Italia all’Unione Europea e al Trattato di Kyoto richiedono che entro il 2020, in un decennio, il nostro paese passi dall’attuale 17% al 30% di quote verdi dei consumi elettrici, pena ulteriori sanzioni economiche che si sommano a quanto già stiamo pagando per le inadempienze pregresse. Altri Paesi sono stati più lungimiranti, molti altri si stanno già muovendo. Il governo nazionale a breve dovrà predisporre le quote verdi che ogni regione dovrà rispettare per raggiungere l’obiettivo generale. In Italia dal 2002 al 2009 le produzioni da energie rinnovabili hanno fatturato oltre 5 miliardi di euro al netto dell’import e degli investimenti e creato oltre 20000 posti di lavoro, a fronte della crisi e della stagnazione delle produzioni da combustibili fossili. L’Aerca, che è stata il fulcro dello sviluppo industriale e il centro direzionale delle Marche come le abbiamo conosciute fino ad oggi, ha l’improcrastinabile possibilità di porsi, con una riconversione intelligente, rispettosa del presente, e che guardi al futuro, un nuovo polo di produzione energetica pulita e di sostegno alla crisi occupazionale.
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Diniego alle richieste di installazione di rigassificatori offshore sulle coste marchigiane, da Falconara a Portorecanati, elementi di aggravio dei già compromessi livelli di sostenibilità ambientale, di sicurezza del territorio, e strumenti inutili ai fabbisogni energetici nazionali.
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Una gestione del ciclo dei rifiuti che si ispiri alle esperienze ormai conclamate di "rifiuti zero": riduzione, riuso, riciclo, raccolta porta a porta, tariffa a consumo, quali valide alternative ad ogni ipotesi di incenerimento e termovalorizzazione.
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Indisponibilità ad ospitare impianti nucleari o di smaltimento di scorie radioattive.
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Riteniamo necessario che sulle tematiche esposte si sensibilizzino in modo trasversale, partecipato e trasparente i parlamentari nazionali ed europei che rappresentano le Marche per attivare in tutte le sedi, politiche, amministrative e giudiziarie, le iniziative conseguenti.
Assemblea Permanente NoCentraliAPI