Manifestazione del 14marzo: Più piccioni, meno centrali

(dal Corriere Adriatico) Piazza Mazzini Presidio contro le centrali

Falconara "Più piccioni, meno centrali". Questo l’ironico slogan (che fa

riferimento alla recentissima ordinanza con la quale la giunta Brandoni

ha vietato ai cittadini di nutrire i volatili) scandito dai partecipanti

al "presidio itinerante" organizzato ieri pomeriggio dall’assemblea

permanente "No Centrali Api".

Un bel gruppo di persone è partito da piazza Mazzini per percorrere le

vie del centro con un lungo corteo di protesta.. "Pretendiamo da parte

delle istituzioni (Regione, Provincia e Comuni) – hanno detto gli

organizzatori della manifestazione – l’applicazione del ‘principio di

precauzione’ sulle scelte produttive che si adotteranno in primis nel

sito Api di Falconara e nell’area ad elevato rischio di crisi ambientale

tutta, area in cui viviamo con le nostre famiglie e su cui si può

investire anche in termini occupazionali".

L’assemblea permanente chiede che si rispettino le indicazioni emerse

dallo studio epidemiologico condotto su Falconara, Chiaravalle e

Montemarciano "concluso solo per la prima parte il 30 gennaio". I

portavoce chiedono alle istituzioni di "intervenire subito per abbassare

i livelli di inquinamento, causa di malattie, al momento presenti

nell’area e a cui gli abitanti sanno di essere esposti".

I video della giornata di mobilitazione: 1,2
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2 Responses to Manifestazione del 14marzo: Più piccioni, meno centrali

  1. rk says:

    è solo una piccola opinione che ci piace condividere…

    http://falkatraz.noblogs.org/…parsi-da-falkatraz

    dal link anche video e foto…

    PIU’ PICCIONI MENO CENTRALI.Appunti sparsi dopo il 14 Marzo. Sulle megacentrali Api, le ordinanze sicuritarie e la crisi, con vista su Falkatraz… (scarica in pdf)

    Un’apparente contraddizione: la questione delle Centrali API non è più (solo) una questione ambientale nè ambientalista, ma riguarda la sicurezza, il futuro, la stessa sopravvivenza con dignità di un intero territorio in resistenza contro una inedita forma di governance privatistica, manageriale, aziendalistica. Il nostrano pacchetto sicurezza locale, ben in linea con le tendenze generali, non affronta le crisi che destabilizzano il senso di sicurezza collettiva, ma attaccano le nostre libertà, sempre più ingabbiate e misurate da forme di disciplinamento e controllo biopolitico…

    Nella notte tra il 20 e 21 febbraio il boato dell’esplosione di un compressore all’interno della Raffineria Api sveglia mezza Città;

    il solito rodato sistema di autocontrollo autogestito cittadino informa le autorità competenti. Non la raffineria.

    Si tratta di uno dei tanti “piccoli” incidenti. La normalità insomma.

    Nei giorni seguenti chiazze di bitume spiaggiato vengono avvistate a Rocca Mare, Villanova e Centro di Falconara Marittima.

    Sempre la stessa normalità di cui sopra. Quella normalità che non fa notizia.

    Sulle prime pagine dei giornali locali imperversa infatti la polemica, sterile, sul varo delle prime ordinanze securitarie dell’Amministrazione Brandoni: antibivacco, antiprostituzione, antipiccioni addirittura. Il decoro urbano è tutto; il feticismo berlusconiano per l’immagine fa scuola. Ma forse non basta: si parla di “ordine con ogni mezzo necessario”, tolleranza zero, ronde nazionalalleate e giro di vite sull’immigrazione, con accenti tra il paternalismo democristoide e l’aperta xenofobia razzista.

    Punire i poveri ci fa sentire tutti più sicuri: tale Pasqualino, anziano clochard che vive in un’auto parcheggiata in via Da Vinci, tra le simpatie e la solidarietà dei vicini, rischia una multa di 300 euro e l’accompagnamento fuori dai confini comunali; un altro anonimo anziano viene beccato, dopo sembra accuratissime indagini e appostamenti, a nutrire i piccioni in Piazza Mazzini e contribuirà al nostrano deficit comunale con altri 500 euro.

    Iniziamo a sentirci tutti più sicuri…La paventata istituzione di un CPT, ora CIE, in uno dei tanti siti militari dismessi alla periferia della Città, costituirebbe il degno risultato di una sicurezza che si regge e riproduce attraverso la selezione arbitraria e differenziale, la segregazione e discriminazione sociale, l’annullamento o l’inquadratura degli spazi sociali, il predominio dell’elemento etnico quale parametro di giudizio universale.

    Intanto arriva in commissione comunale la questione della nuova V.I.A. aperta dall’API per installare un rigassificatore off-shore davanti il “suo” litorale, opzione che, pare, non dispiaccia nemmeno alla Regione. Curioso corollario alle Centrali API da 570 Megawatt. Delle due l’una; o tutte e due? L’Amministrazione pensa già ad una seconda convenzione per fare cassa…

    Ci assale un dubbio di fronte alla lacerante contraddizione tra le ordinanze securitarie sul decoro urbano e la scoperta sottomissione agli interessi forti, tra la sicurezza demagogica fittizia e fuorviante sbandierata dalla Giunta Brandoni e la svendita del territorio e dei diritti…

    Nell’era delle ordinanze, dei sindaci sceriffo e della sicurezza del più forte, il discorso pubblico ufficiale oscilla tra il complice silenzio sui reali processi di devastazione e riterritorializzazione e il coro securitario in cui si fa a gara a chi la spara più grossa.

    Forse questi due processi, l’uno occulto e sottaciuto, l’altro blindato e iperpubblicizzato, scavano lo stesso solco e si nutrono della stessa merda.

    Forse aizzare alla guerra tra poveri e alla chiusura e sorveglianza degli spazi sociali e della vita cittadina favorisce la politica di svendita dei beni comuni e di privatizzazione del territorio.

    Forse serve un nemico pubblico da sbandierare per tenere ben nascoste le reali dinamiche di questa crisi.

    Forse non siamo gli unici eretici assaliti da questo dubbio.

    Giovedì 12 un ampio e diversificato spettro di associazioni falconaresi impegnate nel sociale (sbaglieremmo di poco a dire tutte…) animano una gremita assemblea cittadina che irrompe e perfora il muro di gomma e di omertà della retorica securitaria.

    Sabato 14 un composito, rumoroso e partecipatissimo corteo promosso dall’Assemblea Permanente NoCentraliApi scuote le vie di Falconara, dalle piazze centrali, passando per i quartieri popolari a ridosso del centro, fino lungo il traffico automobilistico della nazionale che taglia la cittadina.

    I due eventi solo apparentemente sono slegati tra loro. O meglio, lo sono nella forma, non nella sostanza.

    Inedita la composizione del corteo del 14: molti i ragazzi, ma anche famiglie, semplici cittadini, bambini e anziani, vecchi e nuovi falconaresi, immigrati.

    In molti si sono aggregati strada facendo, altri salutavano dalle finestre, tutti accomunati dalla voglia di liberarsi dal peso insopportabile di quest’aggressione mediatica e martellante, che, privandoci poco a poco di libertà e diritti che credevamo conseguiti, ora sermona su come imporci la sua sicurezza. Siamo più insicuri con la cacca dei piccioni in piazza o con gli sversamenti di petrolio in spiaggia? Se la prima dicono possa portare fortuna (insieme a momentanee sgradevolezze), i secondi ci vogliono cavie per studi epidemiologici (dai risultati un pò meno fortunati e rassicuranti).

    Ma una seconda divagazione si impone: il protagonismo dei migranti, dall’assemblea del 12 alla manifestazione del 14, portato del recente scossone di mobilitazioni “con Gaza nel cuore”. Una presenza scomoda, che se da un lato svela in toto l’odiosa operazione razzista e violenta della governance aziendalistica e securitaria, manifesta anche l’irreversibilità della crisi di cittadinanza e dei suoi ferri vecchi.

    L’idealtipo cittadino sanculotto o marshalliano è ormai cadavere e sepolto dalla storia, e dalla globalizzazione.

    Serve una carta d’identità, un permesso di soggiorno, o quale altro attestato cartaceo per essere protagonisti del proprio presente? Dopo quante generazioni si può accedere allo status di falconaresità? E soprattutto a cosa si appartiene in questa ecatombe del senso comune, dove l’eterno presente televisivo ha già cancellato la coscienza e la memoria della scorsa settimana? Bastano cumuli di cemento per fare una città? Il dirsi cittadini ha ormai perso ogni carattere di progressismo e egualitarismo. Grillo e meetup permettendo, non possiamo non rilevare come il civismo dei nostri giorni si stia ribaltando nell’esatto opposto di sè, come e quanto il razzismo contemporaneo si manifesta nel carattere eversivo non del dato biologico nazista novecentesco, quanto nel qualunquismo mediocre del “prima gli italiani”; come se la globalizzazione e la sua crisi si potessero interrompere per tornare al più sicuro “si stava meglio quando si stava peggio”.

    Forse il movimeto noglobal non aveva tutti i torti, ma ammetterlo sarebbe come arrendersi alla constatazione che il re è nudo, e pure i giullari e le veline. E allora le tante Genova 2001 che le avrebbero fatte a fare, se non per infondere paura e far mendicare sicurezza…

    Forse è necessario tornare alla stupida autoevidenza e alla semplicità di “+ PICCIONI – CENTRALI” e al lessico autoctono degli “ADE’ BASTA” per riaprire un discorso pubblico, aperto e partecipato.

    Forse con la stessa semplicità dobbiamo riappropriarci di altre parole, declinarle e capovolgerle nella materialità della vita di tutti i giorni, prima che la guerra civile securitaria esploda davvero come reazione di massa degli onesti cittadini, italiani naturalmente. Nella cruda realtà si gioca e costruisce quell’appartenenza molteplice che nessuno esclude, dai vecchi cittadini ai nuovi migranti…Perchè anche i simulacri della sicurezza possono scricchiolare davanti ai tanti Pasqualino senza reddito e alle prese con un’auto fuori uso come casa, e ai pochi patròn dell’API alla Brachetti Peretti e simili, e ai loro sogni di distruttiva megalomania…

    “FRATELLI E DIVERSI E’ LA CITTA CHE VERRA’,

    LA FORZA E’ QUESTA E CHE C’E’ CHE NON VA.

    CI SONO ANCHE I ROM, QUALCUNO RUBA E’ VERO,

    MA NON C’E’ UN BANCHIERE CHE RUBA DI MENO”

    Dal centro dell’AERCA, ai confini dell’Impero…

    CSA Kontatto

  2. Raffaele says:

    Accidenti quanta gente, è incredibile che nessuna TV sia venuta a fare le riprese e pensare che il Carlino ha scritto “150 persone”…alla faccia, la popolazione inzia a muoversi e voi quotidiani non potrete continuare a lungo a nascondere la verità sulle mobilitazioni e sul sentimento diffuso di contrarietà al progetto centrali API.

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