Tornando da Copenhagen

Tornando da Copenhagen avvertiamo l’urgenza di continuare a discutere di queste convulse e complesse giornate. A caldo, interrogandosi e raccontando, attraverso le immagini e letestimonianze dirette, in modo spontaneo, anche confusionale ed emozionale.

Nel tentativo di riportare la ricchezza del movimento che ha animato, da protagonista, la Conferenza Onu sul clima, anche e soprattutto a fronte della miseria di quanto stanno esprimendo i global leaders alla vigilia della conclusione di un vertice che ci parla il linguaggio della crisi, dell’indisponibilità al cambiamento, della cecità di fronte all’evidenza, dello strapotere conservatore e nichilista delle multinazionali e delle lobbies di potere.

Anche e soprattutto per l’indecorosa distorsione dei fatti, per l’occultamento delle immagini, per il travisamento della realtà di cui i media in generale si sono fatti complici. Dietro la dicitura di presunti "scontri" e di fantomatici attacchi dei violenti black block, si è cercato di dissimulare l’autoritaria violazione di qualsiasi libera espressione del dissenso di migliaia di persone. Si direbbe la solita storia, non fosse per l’esiguità dei pretesti assunti e per la sproporzione delle misure illiberali e liberticide erte a difesa dello spettacolo del nulla che si sta consumando nelle stanze del potere al Bella Center del Cop15.

Dall’altra parte, un movimento innovativo e diversificato, che ha assunto e dispiegato la pratica della disobbedienza civile, ha resistito alle deviazioni mediatiche, agli arresti preventivi e di massa, ai divieti alle libertà di espressione, ai tentativi di divisione e delegittimazione, alle gabbie, agli spray al peperoncino e ai cani al guinzaglio della "politi" danese.

Un movimento che si è espresso nei tanti media center e spazi comunitari diffusi in città, negli workshop e negli incontri del klima forum, nelle azioni dirette e nelle manifestazioni colorate e determinate, nel grandioso corteo di sabato 12 e nel blocco interno ed esterno della conferenza di mercoledì 15.

Un movimento veramente globale, che cercheremo di riportare nel locale, perchè dai tanti luoghi del mondo ha preso forma e si alimenta, per l’umanità, contro il disastro climatico, e l’emergenza democratica.

VENERDI’ 18 AL CSA KONTATTO DALLE ORE 18.30

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