dopo Brandoni arriva Berlusconi? L’Assemblea Permanente verso la Regione Marche

In occasione dell’assemblea tenutasi dopo la manifestazione di sabato scorso, considerato il precipitare degli eventi e il possibile intervento governativo sulla questione centrali Api, l’Assemblea aveva deciso di inviare una comunicazione agli organi regionali che precedesse la prossima imminente iniziativa in loco. Ecco gli ultimi sviluppi della vicenda…

La comunicazione dell’Assemblea Permanente NoCentraliApi al Presidente della Giunta Regionale Spacca e alla Conferenza dei capogruppo di maggioranza

Il comunicato stampa della Regione relativamente all’incontro

Le prossime inziative dell’Assemblea Permanente

La comunicazione dell’Assemblea Permanente NoCentraliApi al Presidente della Giunta Regionale Spacca e alla Conferenza dei capogruppo di maggioranza 

Alla notizia di una convocazione del Presidente della Giunta Regionale marchigiana da parte del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Letta insieme con i vertici della Società API e il Sindaco di Falconara M.ma, i cittadini riuniti nell’ASSEMBLEA PERMANENTE NO CENTRALI API hanno deciso di inviare alla Presidenza regionale e alla conferenza dei capogruppo della maggioranza regionale la seguente nota per esprimere la forte preoccupazione che tale incontro, perchè possa preludere alla privazione del diritto della Giunta regionale delle Marche, di decidere sul progetto delle due nuove centrali elettriche proposte dalla Società API di Falconara M.ma.

 

A tale riguardo in considerazione

– del parere negativo espresso dal Consiglio della Regione Marche;

– del parere negativo espresso dal Consiglio della Provincia di Ancona;

– del parere negativo espresso dai Consigli comunali di Chiaravalle, Montemarciano, Monte San Vito, Monsano, Senigallia e Jesi;

– che il Piano Energetico Ambientale Regionale non prevede centrali di quella potenza;

– che l’AERCA in cui dovrebbero essere realizzate le centrali elettriche API si è dotata di un Piano di Risanamento che si pone l’obbiettivo della riduzione dei rischi ambientali;

– che la popolazione di Falconara M.ma, Montemarciano e Chiaravalle è sottoposta ad uno Studio Epidemiologico per il rischi di leucemie e tumori del sistema linfatico;

– che nel 2004 Comitati, Associazioni e Centri Sociali di Falconara M.ma hanno consegnato ai competenti organi regionali una Petizione Popolare sottoscritta da oltre 3.500 cittadini che, oltre allo Studio Epidemiologico in atto, chiedeva che non fosse più autorizzata alcuna centrale elettrica a combustibili fossili;

– delle centinaia di fax di sensibilizzazione che, in questi giorni, i cittadini falconaresi stanno inviando alla Giunta Regionale,

CHIEDIAMO

 

di NEGARE L’INTESA STATO REGIONE

ALLA REALIZZAZIONE DELLE CENTRALI ELETTICHE DELLA Soc. API a Falconara M.ma

 

e di

 

ESERCITARE SUBITO TALE DIRITTO ancora riconosciuto alla Regione Marche.

Il comunicato stampa della Regione relativamente all’incontro

17 NOVEMBRE 2008 19:57

CENTRALE ELETTRICA PRESSO L’API DI FALCONARA. IL PRESIDENTE SPACCA ALLA RIUNIONE CON LETTA

Il Presidente Gian Mario Spacca ha partecipato nel pomeriggio ad un incontro promosso dal Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta sulle problematiche relative alla proposta di una nuova centrale di produzione elettrica a Falconara Marittima. Come noto si tratta di una iniziativa del gruppo Api Raffineria assunta nel giugno 2006, che prevede l’installazione di una centrale della potenza elettrica complessiva di 580 MW, distinta in due sezioni, l’una di 520 MW e l’altra di 60 MW. L’istruttoria regionale per il necessario parere di Via e` in fase di definizione, ma gia` sono emerse problematiche di conformita` del progetto rispetto al quadro di riferimento programmatico regionale. Questo soprattutto per la sezione da 520 MW, che risulta in contrasto con il PEAR, per diversi ordini di motivi, per taglia, tipologia e localizzazione. Oltre ad una non congruita` con il PEAR, il progetto non risulta in linea anche con altri strumenti regionali. Con il Piano di tutela e risanamento della qualita` dell’aria (fissa i massimali delle emissioni di NOx, che verrebbero superati), il Piano di risanamento dell’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale (da analisi ARPAM risulta che non vengono rispettati gli obiettivi del Piano per la qualita` dell’aria, delle acque, del clima acustico, della qualita` del suolo), il Piano stralcio di bacino per l’Assetto Idrogeologico (si tratta di nuove realizzazioni in un’area a rischio di esondazione molto elevata), il Protocollo d’Intesa siglato tra Regione Marche e API Raffineria nel 2003 (il progetto non risulta in linea con gli orientamenti congiuntamente assunti). Diverso e` per la sezione da 60 MW, che a tutti gli effetti si configura come un miglioramento impiantistico, funzionale alla sicurezza generale del sito industriale. Pertanto questa seconda realizzazione potrebbe comportare impatti ambientali sostenibili, sempre che vengano apportate delle migliorie agli impianti di raffinazione. Nella sostanza, in questo caso, non esiste un contrasto aprioristico con la programmazione regionale, ma si tratta di valutare la compatibilita` di questa struttura nel quadro piu` ampio del sito inquinato di interesse nazionale e comunque necessiterebbe di una soluzione ai problemi di esondazione dei corsi d’acqua. Sono queste, in sintesi, le considerazioni che sono riportate in un documento tecnico redatto dagli Uffici regionali, che il presidente Spacca ha consegnato nel corso della riunione, documento che si conclude sottolineando che, ‘nell’attuale quadro normativo l’esito non puo` che essere quello di negare l’intesa all’intervento da 520 MW’. Rispetto al documento consegnato il Governo ha assunto l’impegno ad approfondirlo, a prevedere un confronto in sede tecnica e ha invitato la Regione ad un supplemento di riflessione, visto che ritiene l’impianto per la produzione di energia elettrica strategico per la dorsale adriatica.

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2 Responses to dopo Brandoni arriva Berlusconi? L’Assemblea Permanente verso la Regione Marche

  1. news says:

    dal Corriere Adriatico del 19-11

    Il sindaco Brandoni e l’assessore Astolfi dopo l’incontro con il
    > sottosegretario Letta
    > “Sì alle centrali, basta con l’emotività”
    >
    >
    > FALCONARA – Invitato al tavolo tecnico di lunedì, il sindaco Brandoni ha
    > ribadito al sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri
    > Gianni Letta il suo totale assenso alla realizzazione delle due nuove
    > centrali Api. “Ho riconfermato – ha detto Brandoni – la coerente
    > posizione dell’amministrazione comunale di Falconara scaturita con la
    > delibera del consiglio comunale del 13 settembre che ha espresso parere
    > favorevole alla realizzazione delle centrali”. Così mentre il presidente
    > della giunta regionale Spacca ha ancora una volta fatto presente che il
    > progetto non è in linea con le previsioni del Pear – Piano energetico
    > ambientale regionale – da Falconara è arrivato un ulteriore “nulla osta”
    > su tutta la linea rafforzato, ha commentato l’assessore all’ambiente
    > Matteo Astolfi, “dal mandato ricevuto qualche mese fa dai cittadini”.
    > “Nel programma del PdL – ha ricordato Astolfi – era ben chiara la nostra
    > volontà di andare avanti con il potenziamento del sistema di produzione
    > nazionale di energia elettrica, sia con impianti convenzionali che
    > alternativi, ma nelle giuste proporzioni. Queste scelte delicate e
    > strategiche devono essere prese con oculatezza e razionalità, senza
    > lasciarsi prendere la mano e dalla emotività, sull’onda delle proteste
    > di piazza spesso strumentalizzate e manipolate”. “Come mai – ha
    > osservato Astolfi – coloro i quali chiedono a gran voce il referendum
    > non lo domandarono anche nel vicino passato per scelte importanti come
    > questa delle centrali Api? Mi riferisco al rinnovo della concessione
    > raffineria Api del 2003 oppure al by-pass ferroviario oppure alla
    > Quadrilatero? Eppure al governo cittadino e regionale c’erano gli stessi
    > personaggi che oggi chiedono il referendum”. Secondo Astolfi visto che
    > “il governatore Spacca ha fatto un’apertura sulla centrale da 60 Mw,
    > forse sarebbe meglio se i politici del Pd e della sinistra di Falconara
    > dialogassero un po’ di più con i loro colleghi regionali, in questo modo
    > forse riuscirebbero a fare una opposizione più funzionale e incisiva di
    > quella che stanno facendo ora. Lo apprezzeremmo anche noi del
    > centro-destra come amministratori e cittadini di Falconara”. Sul
    > referendum, proposto dal Pd per conoscere il parere dei cittadini sulla
    > delibera del consiglio comunale che apre le porte alle due nuove
    > centrali Api, il PdL falconarese “l’utilizzo sia auspicabile in fase di
    > discussione dell’argomento per cui si chiede la consultazione popolare”.
    > “Il referendum – hanno chiarito i rappresentanti del PdL – non può
    > essere invece utilizzato (per mancanza di argomenti) come slogan di una
    > parte politica per riconquistare la ‘piazza’. Decidere di indire oggi un
    > referendum – a sei mesi dalle elezioni amministrative vinte dal PdL che
    > nel suo programma a chiare lettere si esprimeva favorevolmente alla
    > realizzazione delle due centrali – determinerebbe per i falconaresi il
    > danno e la beffa di essere chiamati a decidere su una questione che è
    > già stata al centro dell’ultima campagna elettorale e su una
    > deliberazione del Consiglio comunale che ha concretizzato (incassando 3
    > milioni di euro che entreranno nelle casse comunali entro la fine
    > dell’anno) uno degli obiettivi programmatici necessari ad evitare il
    > dissesto finanziario”.
    >
    >
    >
    > FALCONARA – Bene la presa di posizione di Spacca, ma adesso, afferma
    > Loris Calcina della lista civile Cittadini in Comune, “ci vuole il
    > decreto della Regione con il no definito a tutto il progetto”. Secondo
    > Calcina, non è possibile distinguere fra “centrale grande e centrale
    > piccola, ma è necessario fare in fretta”. Meno positivo il parere
    > dell’Assemblea permanente No Centrali Api che ritiene “la posizione
    > espressa da Spacca assolutamente mancante di chiarezza”. “Spacca – fanno
    > presente i portavoce dell’assemblea – ha detto no alla centrale da 520
    > Mw, per lo meno fino a quando resta in vigore il Pear. E ni alla
    > centrale da 60 Mw per la quale non viene posto un contrasto aprioristico
    > ma anzi si aprono spiragli”. L’Assemblea permanente “non può accettare
    > questa ambiguità”.
    >
    > il comunicato completo dell’assemblea…

    L’Assemblea Permanente NO CENTRALI API sul tavolo informale
    Governo-Regione-Api-Comune di ieri e sulle dichiarazioni odierne

    Falconara M.ma, 18 novembre.

    Quando sul finire della scorsa settimana era trapelata la notizia di un incontro congiunto tra il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta, i vertici della Società API, il Sindaco di Falconara Goffredo Brandoni e il Presidente della Regione Marche Gianmario Spacca, l’Assemblea Permanente NO CENTRALI API ha immediatamente richiesto al Governatore, e alla maggioranza che lo sostiene, di esercitare quanto prima il diritto della Regione Marche di espressione del parere negativo al progetto complessivo presentato dalla società API.
    Se si intende realmente scongiurare qualsiasi interferenza altra nella decisione sulle centrali, ora di competenza della Regione Marche, si faccia come in Veneto, dove la Regione, trovatasi nello stessa condizione, si dichiarò per decreto contraria alla stessa VIA (Valutazione Impatto Ambientale) riguardo ad un progetto analogo per una centrale da 800MW.

    La posizione espressa invece da Spacca a seguito di quel incontro non va precisamente in questa direzione: NO alla centrale da 520 MW – per lo meno fino a quando resta in vigore il PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale) ;
    “NI” per la centrale da 60 MW: non si pone “un contrasto aprioristico” ma anzi si aprono spiragli, “sempre che vengano apportate delle migliorie agli impianti di raffinazione”.

    A parte il fatto che i miglioramenti agli impianti di raffinazione non possono e non devono essere utilizzati come merce di scambio, in quanto sono già prescritti dalla concessione del 2003 e dalla legislazione nazionale in materia, e che quindi la società API avrebbe già dovuto mettere in campo da ben 5 anni almeno,
    questa presa di posizione da parte della Regione Marche manca assolutamente di chiarezza;
    e non a caso suscita soddisfazione sia da parte di chi si dice con i cittadini per la difesa della salute, e sia da parte di chi invece si schiera con gli interessi dell’API.

    L’Assemblea Permanente non può accettare questa ambiguità.
    L’Assemblea Permanente insiste invece nel ricordare a Spacca e alla Regione Marche che Falconara M.ma si trova nel cuore dell’AERCA(Area ad elevato rischio di crisi ambientale) e che per questo è Suo dovere negare in tempi rapidi QUALSIASI ulteriore impianto inquinante in questa area già satura dal punto di vista dell’inquinamento ambientale.

    Se ciò non fosse sufficientemente chiaro, i cittadini che insieme all’Assemblea Permanente, si schierano in difesa del proprio diritto alla salute sono pronti a portare queste istanze direttamente nelle stanze della Regione Marche.

    ADE’ BASTA!!!

    http://www.nocentraliapi.noblogs.org
    nocentraliapi@inventati.org

  2. media says:

    corriere (cronaca Marche)

    Centrali Api, la Regione “apre” per l’impianto più piccolo

    ANCOna – No alla centrale da 520 Megawatt (Mw); sì condizionato a quella da 60. E’ l’estrema sintesi del documento che il presidente Gian Mario Spacca (nella foto) ha presentato nel corso di un incontro promosso dal Sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri Gianni Letta sulla nuova centrale di produzione elettrica a Falconara. Si tratta di una iniziativa del gruppo Api Raffineria assunta nel giugno 2006, che prevede l’installazione di una centrale della potenza elettrica complessiva di 580 MW, distinta in due sezioni, l’una di 520 MW e l’altra di 60 MW. L’istruttoria regionale – secondo quanto riferisce la Regione – per il necessario parere di Via è in fase di definizione, ma già sono emerse problematiche di conformità del progetto rispetto al quadro di riferimento programmatico regionale”. In particolare, la sezione da 520 Mw “risulta in contrasto con il Pear, per diversi ordini di motivi, per taglia, tipologia e localizzazione”.

    Diverso è per la sezione da 60 Mw, che – secondo la Regione – “potrebbe comportare impatti ambientali sostenibili, sempre che vengano apportate delle migliorie agli impianti di raffinazione”. Il documento in conclusione afferma che non può esserci intesa all’intervento da 520 Mw mentre non esiste un contrasto aprioristico per l’impianto più piccolo. Rispetto al documento consegnato il Governo ha assunto l’impegno ad approfondirlo, a prevedere un confronto in sede tecnica e ha invitato la Regione ad un supplemento di riflessione, visto che ritiene l’impianto per la produzione di energia elettrica strategico per la dorsale adriatica.

    Qualora il Progetto ottenesse il giudizio di compatibilità ambientale positivo del Ministero dell’Ambiente, dovrà poi ottenere il rilascio dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) e la definitiva autorizzazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, previa intesa con la Regione Marche, ai sensi della legge 55/2002.

    Carlino (Nazionale)

    INCONTRO A ROMA
    Vertice sulle nuove centrali Api
    Ma la Regione dice ‘no’ a Letta

    Nell’incontro con Gianni Letta, il governatore Spacca ha spiegato i vincoli all’impianto di produzione di energia elettrica, che sarebbe strategico per la dorsale adriatica, ma in contrasto con il Piano energetico regionale
    Ancona, 18 novembre 2008 – Quell’impianto di produzione di energia elettrica è strategico per la dorsale adriatica. Sì, ma è in contrasto con il Piano energetico regionale (Pear) e con una serie di altri strumenti regionali che di fatto ne impediscono la realizzazione.

    Queste in sintesi le posizioni emerse dall’incontro di ieri sera a Roma tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta (cha ha convocato il vertice), e il governatore delle Marche Gian Mario Spacca. Un incontro a tre, a dire il vero, con la presenza anche del sindaco di Falconara Goffredo Brandoni. Quindi il quadro è chiaro: da una parte il Governo che preme per la realizzazione del progetto presentato dall’Api e dall’altra la Regione con le perplessità già note, anzi con qualcosa in più.

    Giusto per rinfrescare la mente, il progetto presentato dal gruppo Api Raffineria nel giugno 2006, prevede l’installazione di una centrale della potenza elettrica complessiva di 580 MW, distinta in due sezioni, l’una di 520 MW e l’altra di 60 MW.

    Ora l’istruttoria regionale per il necessario parere di Via è in fase di definizione ma, stando a quanto riferito dal governatore Spacca al Sottosegretario Letta, già sono emerse problematiche di conformità del progetto rispetto al quadro di riferimento programmatico regionale. Questo soprattutto per la sezione da 520 MW, che risulta in contrasto con il Pear, per diversi ordini di motivi: taglia, tipologia e localizzazione.

    Oltre a questo il progetto non risulta in linea, secondo quanto riferito da Spacca, anche con altri strumenti regionali: con il Piano di tutela e risanamento della qualità dell’aria (fissa i massimali delle emissioni di NOx, che verrebbero superati), il Piano di risanamento dell’Area a Elevato Rischio di Crisi Ambientale (da analisi Arpam risulta che non vengono rispettati gli obiettivi del Piano per la qualità dell’aria, delle acque, del clima acustico, della qualità del suolo), il Piano stralcio di bacino per l’Assetto Idrogeologico (si tratta di nuove realizzazioni in un’area a rischio di esondazione molto elevata), il Protocollo d’Intesa siglato tra Regione e API Raffineria nel 2003 (il progetto non risulta in linea con gli orientamenti congiuntamente assunti).

    Situazione diversa per la sezione da 60 MW, che a tutti gli effetti si configura come un miglioramento impiantistico, funzionale alla sicurezza generale del sito industriale. Pertanto questa seconda realizzazione potrebbe comportare impatti ambientali sostenibili, sempre che vengano apportate delle migliorie agli impianti di raffinazione.

    Nella sostanza, in questo caso, non esiste un contrasto aprioristico con la programmazione regionale, ma si tratta di valutare la compatibilità di questa struttura nel quadro più ampio del sito inquinato di interesse nazionale e comunque necessiterebbe di una soluzione ai problemi di esondazione dei corsi d’acqua.
    Sono queste, in sintesi, le considerazioni che sono riportate in un documento tecnico redatto dagli Uffici regionali, che il presidente Spacca ha consegnato a Letta.

    Un documento che si conclude sottolineando che, “nell’attuale quadro normativo l’esito non può che essere quello di negare l’intesa all’intervento da 520 MW”. Rispetto a questo documento il Governo ha assunto l’impegno ad approfondirlo, a prevedere un confronto in sede tecnica e ha invitato la Regione ad un supplemento di riflessione.

    Qualora il Progetto ottenesse il giudizio di compatibilità ambientale positivo del Ministero dell’Ambiente, dovrà poi ottenere il rilascio dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) e la definitiva autorizzazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, previa intesa con la Regione Marche.

    Messaggero (cronaca Marche)
    Energia. Il sindaco di Falconara favorevole su tutta la linea. Roma: siti strategici per la dorsale adriatica
    Api, Spacca: sì alla centrale piccola
    La Regione a Letta: veto sull’impianto da 520 MW. Il governo: ripensateci

    Centrali Api, Spacca dà l’ok di massima alla centrale da 60 MegaWatt al summit serale da Gianni Letta tra Regione e Comune. Le parti si sono lasciate con un arrivederci ma intanto per Roma gli impianti sono strategici, Falconara ha già detto sì e la Regione conferma il no solo per la centrale da 520 MW. Il governatore Spacca, dopo aver consultato giunta e maggioranza regionale e forte della documentazione fornita dagli uffici, ha definito la 60 MW “un miglioramento impiantistico, funzionale alla sicurezza generale del sito industriale” sempre che “vengano apportate delle migliorie agli impianti di raffinazione”.
    FALCONARA – Centrali Api, Spacca dà l’ok di massima alla centrale da 60 MW al summit serale da Gianni Letta tra Regione e Comune. Le parti si sono lasciate con un arrivederci ma intanto per Roma gli impianti sono strategici, Falconara ha già detto sì e la Regione conferma il no solo per la centrale da 520 MegaWatt. Il governatore Gian Mario Spacca, dopo aver consultato in mattinata giunta e maggioranza regionale e forte della documentazione fornita dagli uffici, ha definito la 60 MW “un miglioramento impiantistico, funzionale alla sicurezza generale del sito industriale” sempre che “vengano apportate delle migliorie agli impianti di raffinazione”. Nulla osta, insomma da dopo una valutazione più ampia del sito inquinato e dopo soluzione ai problemi di esondazione di corsi d’acqua. Ci si tornerà a riunire in un tavolo tecnico convocato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Quasi fatta per la 60 MW resta il no regionale, alla centrale da 520 MW. Spacca ha passato in rassegna tutto il quadro normativo che ne impedisce la realizzazione: Pear, piani di risanamento, Pai e Protocollo d’Intesa del 2003. Il Governo si è impegnato ad approfondire il documento ma ha anche invitato la Regione ad una maggior riflessione visto che ritiene l’impianto strategico per la dorsale adriatica. «Ho riconfermato, coerentemente con la posizione scaturita dal consiglio comunale del 13 settembre – commenta il sindaco Goffredo Brandoni al termine dell’incontro – il nostro parere favorevole alle centrali. Al tavolo tecnico sarà ricercato il percorso per giungere ad una positiva soluzione a cui questa amministrazione è già giunta e ciò nell’interesse sì della collettività ma in particolare del nostro territorio». Così a Roma, mentre Falconara è divisa: il centrodestra è favorevole, il Pd chiede un referendum consultivo tra i cittadini, Comitati e associazioni riuniti nell’Assemblea Permanente, scendono settimanalmente in piazza per manifestare il loro dissenso.

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